Il sottile filo tra la vita e la morte.
Per quanto essere umani, noi, deboli davanti alla natura possiamo scegliere.
All’improvviso può sempre toglierci quella vita che lei stessa ci ha dato ma fino a quel momento siamo completamente i padroni di ogni secondo, minuto e giorno di tutto il nostro destino. O almeno così crediamo. Scelte su scelte che involontariamente seguono le linee di una ragnatela già scritta e che doveva accadere, ma ignari di tutto.
Possiamo illuderci di questo potere datoci, ma è grazie a ciò che possiamo dare un senso a tutto. Deboli davanti alle nostre forze, frustrati davanti alle nostre insicurezze e paure, siamo un puzzle. Un puzzle infinito compatto. L’ironia della vita ci disorienta mettendoci in disordine.
Pezzi persi, pezzi sostituiti, pezzi rubati. Pezzi mancanti.
Mancanze su mancanze che si nutrono dell’assenza, delle nostre cadute e dei nostri sorrisi. Il pezzo fondamentale: l’istinto di sopravvivenza.
Il motore vitale, l’essenza, che ogni mattina ci fa svegliare e alzarsi dal letto.
E se si perdesse quello? E se si perdesse noi stessi insieme ad esso? Cosa sarebbe la nostra mente? E il nostro corpo che fine farà?
Per quanto l’essere umano possa usare tutte le proprie forze fisiche non potrà mai sconfiggere la forza della propria mente. Perché essa, pur essendo immateriale, tiene tutti i fili della nostra vita.
La mente decide la fine e l’inizio. Il cuore può essere infatuato da tutto ciò che la mente gli propina. Può cedere o battere. La natura si diverte a guardare l’uomo dimenarsi tra questo labirinto che proprio lei ha creato. Una mancanza così fondamentale della nostra vita può portarci allo smarrimento completo. Un pezzo mancante che può portosi con sè l’istinto di sopravvivenza.
Poche vie di uscita ci sono. Basta saper giocar bene le proprie paure.. e pedine.
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